Architettura, il rischio della standardizzazioneIn Italia abbiamo un piccolo problema. Anzi gigante, anzi altissimo, quanto un grattacielo. Riguarda l’idea stessa di futuro applicata alla nostra architettura. Molto spesso non ce ne accorgiamo, ma i profondi e positivi cambiamenti della città, che anche su questo blog abbiamo raccontato più volte, sono simili, se non identici, a quelli che stanno subendo tantissime altre metropoli del pianeta. Il fatto è che noi abbiamo una tradizione culturale che, a rigore di logica, ci dovrebbe impedire di diventare uguale a tutti gli altri. Invece proprio questo sta capitando. Pare che il gusto contemporaneo sia uniformato a ogni latitudine. Tutti i grattacieli sono belli, arditi, impressionanti: qui non si contesta la loro costruzione, ma la loro mancata personalizzazione in riferimento al Paese nel quale sono costruiti. Solo in Italia sono concentrate infinite rarità di arte e architettura impossibili da ritrovare in altri luoghi. Per quale motivo gli architetti, nel momento in cui vengono chiamati a progettare nuove soluzioni, non riescono ad attingere a questo patrimonio? I nuovi grattacieli dei quartieri milanesi sono state pensate con una certa grazia. Vero è che, però, hanno completamente snaturato per sempre il quartiere nel quale sono stati inseriti. Attenzione: è un bene, ne siamo felici e non si torna indietro. Quello che chiediamo è solamente un pizzico di sensibilità in più, in modo che un edificio della città di Milano non possa essere mai confuso con un edificio di Zurigo o Parigi. Difficile capire a quale ente demandare questa sensibilità: forse sarebbe bene che gli architetti, prima di progettare edifici futuristici, facessero una visita approfondita a Brera, oppure ai fori imperiali. (foto tratta da http://www.turismo.milano.it/)
Indietro |