Lo chiamavano “il Curvo…”
Sembra passato un secolo da quando, a pronunciare il termine “grattacielo”, venivano in mente unicamente capitali europee di ogni forma e dimensione… e mai e poi mai Milano. Il periodo di rinnovamento architettonico che sta subendo la città lombarda ha invece trasformato anche questo modo di pensare alla nostra metropoli: i grattacieli si sprecano, e iniziano ad avere anche nomi curiosi. Dopo la Diamond Tower, ecco arrivare un edificio davvero molto particolare, parte del complesso City Life, la torre Libeskind, da tutti conosciuto come “il Curvo”. Stiamo parlando di un grattacielo di 28 piani per 175 metri di altezza, che si affianca alle torri Isozaki e Hadid, ben più alte ma meno “piegate”. Il “Curvo” è davvero impressionante: pare che siano gli angeli a tenerlo in piedi, è in realtà l’ingegno umano, che sin dal Rinascimento riesce a “imbrigliare” la forza di gravità. La fantasia si è sprecata, in questi anni, e i diversi quartieri del centro hanno fatto a gara per proporre i palazzi più arditi, torre UniCredit in primis. La particolarità di City Life, e motivo di costante forte afflusso di pedoni, è il fatto che i flussi veicolari sono stati separati da quelli pedonali. I primi completamente interrati, mentre i secondi distribuiti all’interno del parco e collegati a percorsi di superficie già esistenti. I milanesi possono dire davvero di poter girare per la città con il naso all’insù e di passeggiare tra fontane, fenicotteri illuminati, giardini e tanto verde. In queste settimane di fortissimo inquinamento, una speranza per un futuro un po’ più sostenibile. (foto tratta da http://www.libeskindtower.it)
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