Leila Oggioni

Ci siamo già dimenticati di Notre Dame?

Sapete quando dura una notizia sul web? Al massimo qualche ora. Questo vale anche per la cronaca nera e i fatti eclatanti. La legge dell’attualità è questa, vi si adeguano anche i mezzi di comunicazione tradizionali come stampa e tv.

Nemmeno un mese fa eravamo tutti incollati di fronte al teleschermo, a osservare le fiamme che stringevano in una morsa mortale il tetto della cattedrale parigina di Notre Dame.

Siamo rimasti scossi, ne abbiamo parlato per un po’ – un giorno o due – poi lentamente la notizia è scivolata sempre più in fondo sui siti web, e sparita dalle pagine dei giornali, complice anche il fatto che il danno non era poi così ingente.

In quelle ore abbiamo pianto insieme ai francesi; abbiamo mostrato loro la nostra solidarietà, ci stiamo stupiti della velocità con la quale i grandi imprenditori del Paese hanno elargito – promesso – denaro per ricostruire la cattedrale ancora più bella e ancora più sicura.

Spiace solo che queste emozioni così forti durino per così poco tempo. E che tutto passi velocemente nel dimenticatoio: lo stesso accade per i fatti di violenza, per le grandi conquiste scientifiche dell’umanità.

Tutto scorre velocemente, la quantità di informazioni che ci passa sotto il naso è impossibile da gestire: ci tocca selezionare, e non sempre lo facciamo con intelligenza o senso critico.

Come cambiare questo trend? Per esempio ricordandoci, ogni tanto, di riannodare i fili degli eventi che ci hanno colpito: è sufficiente usare Google e impostare il motore in modo che ci consegni risposte recenti, da qualche ora a qualche giorno. Almeno impareremo ad approfondire, e qualcosa ci resterà impresso.

 

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