In zona Lambrate una grande agenzia di comunicazione italiana è ubicata in una bellissima villa con giardino. Da mesi i 60 dipendenti e collaboratori lavorano a turno, dunque negli uffici ci sono al massimo 20 persone alla volta.

Per quanto sarà sostenibile, a livello di costo, una situazione del genere?

Il ragionamento vale per le aziende di ogni genere con dipendenti in smart working. Innanzitutto molti non vorranno tornare in ufficio, avendo magari case confortevoli. In seconda battuta ci saranno sempre più scrivanie itineranti, posti non fissi, sale riunioni da prenotare e poi sanificare (come già accadeva prima del Covid).

Dopo aver costruito avveniristici e meravigliosi grattacieli, Milano e le altre grandi città europee si stanno interrogando: è proprio questa la dimensione lavorativa che occorre? Tutto spinge verso una dimensione non più verticale, bensì orizzontale. Una dimensione di comfort estremo che non faccia rimpiangere casa propria, nella quale ci sia tantissimo verde. Guarda caso iniziative in questo senso stanno già partendo, in zona Parco Lombro. Qui sorgerà “Welcome, Feeling at work”, un vero ufficio del futuro, progettato dall’architetto giapponese Kengo Kuma. L’edificio entrerà in simbiosi con il Parco. Sorgerà presso l’ex area Rizzoli, per un totale di 50 mila metri quadrati e 4 mila postazioni di lavoro previste.

Milano è nuovamente pronta a ripartire con una differente interpretazione della realtà che abbiamo vissuto. Anche i grattacieli saranno chiamati a reinventarsi per seguire le necessità delle aziende che ospitano. In tutti questi casi, sempre centrale sarà il ruolo del mediatore immobiliare, che dovrà trovare le giuste collocazioni per le imprese e i loro dipendenti molto meno “smart” di adesso.