Leila Oggioni

Come si è arrivati alla fine (chissà) dello stadio di San Siro?

Cinque anni fa, il panorama calcistico milanese respirava un’atmosfera di collaborazione e sinergia tra i due club più rappresentativi della città: l’Inter e il Milan Era il 2018 quando, in un comunicato ufficiale, rossoneri e nerazzurri espressero il desiderio di unire le forze per dare vita a un nuovo stadio. La nota affermava: “Diverse le opzioni possibili, inclusa la ristrutturazione di San Siro. Riteniamo di poter concludere questa prima fase esplorativa entro la fine del 2018”.

Tuttavia, il presente ci presenta un quadro ben diverso. Le strade di Inter e Milan si sono divise: con Zhang che punta su Rozzano e Cardinale su San Donato Milanese. Diverse zone per due visioni che non hanno più nulla in comune. Cos’è accaduto nel frattempo? Come mai da alleati si sono trasformati in rivali nella corsa alla realizzazione di nuovi impianti sportivi?

Una delle principali ragioni sembra risiedere nelle complicazioni burocratiche. I ritardi nell’ottenere l’approvazione definitiva da parte del Comune di Milano per il progetto “Cattedrale”, condiviso dai due club, ha indotto crescente frustrazione, contribuendo a incrinare i rapporti tra le dirigenze.

Il progetto originale, ideato dallo studio Populous, avrebbe visto sorgere un moderno stadio da 60.000 posti, organizzato su due anelli. Al di là dello stadio, il masterplan includeva una serie di strutture annesse, tra cui un polo sportivo, torre uffici, un polo comunitario, l’accesso principale al quartiere e la Cittadella dello Sport. Un luogo multifunzionale dove arte, sport e business si sarebbero incontrati. Ma l’ingranaggio si è inceppato quando è stato deciso che San Siro non sarebbe stato abbattuto. Di fronte a tale scenario, i due club hanno deciso di intraprendere percorsi autonomi.

Il Milan, prima di decidere definitivamente per San Donato, aveva considerato l’area di La Maura, vicino a San Siro. Questa scelta aveva creato tensioni con l’Inter.

In una città che ha sempre respirato passione calcistica, è indubbio che il nuovo capitolo nella storia dei suoi due club di punta sarà seguito con attenzione e curiosità dai tifosi e dagli appassionati dello sport. La speranza è che questi nuovi templi del calcio possano rappresentare un simbolo di rinascita e di orgoglio per la città di Milano. Quanto a San Siro, davvero è un vecchietto da mandare in pensione?

 

 

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