Due conti… in tasca ai giovaniDue milioni in tutta Italia, 100 mila persone nell’area metropolitana milanese e 240 mila in tutta la Lombardia. Chi sono? La nuova “generazione perduta” italiana, rappresentata dai giovani che hanno dai 28 ai 38 anni. Costa sta succedendo? Molto semplicemente, questi ragazzi hanno intrapreso il percorso degli studi fiduciosi e ottimisti: erano i primi anni 2000. L’arrivo della crisi economica iniziata nel 2008 ha sparigliato le carte e creato un nuovo scenario: un mondo del lavoro completamente precario e flessibile, per il quale sono necessarie nuove competenze. Che questi ragazzi, anche se debitamente formati – perché formati in modo obsoleto – non possiedono. I colpevoli di questo non-incastro tra domanda e offerta di lavoro sono tre: la scuola superiore, l’università e le imprese. Non hanno saputo dialogare per tempo, chiarirsi i reciproci bisogno. E così ora mancano competenze tecniche per le industrie del Nord-Est e magari a Milano abbondano laureati in Giurisprudenza che nessuno vuole. Ancora: questi giovani sono super-formati, ma devono rassegnarsi ad accettare lavori che non valorizzano la loro preparazione: questa spirale genera insoddisfazione, mentre i bassi stipendi generano la reale impossibilità di affittare un appartamento, accendere un mutuo, pianificare una vita e una famiglia. Come se ne esce? Con difficoltà, dato che le aziende preferiscono, a questo punto, affidarsi a giovani ancor più giovani, con la adeguata preparazione che finalmente scuole e università stanno producendo. Occorre certamente un sostegno ai 30-40enni, che hanno ancora voglia di impegnarsi per ri-aggiornare la propria competenza e renderla appealing per questo momento di mercato. Sostegno significa denaro… perché le famiglie di questi giovani si stanno già da tempo sobbarcando i costi dell’istruzione super-superiore. E sperare che gli agenti educativi imparino a fare rete, a guardare in prospettiva le esigenze del mercato del lavoro e a costruire opportunità vere – non teoriche – per le nuove generazioni. Indietro |