Guardare ai giovani per capire il mercato immobiliareQuando, gli amministratori di una città, comprendono che è ritornato il momento della vivacità, culturale, ma anche immobiliare? Quando i giovani si fanno sentire: quando cercano casa, intendendo che in quella città desiderano mettere radici, o per studio, o perché hanno trovato un lavoro. Ebbene, Milano si trova esattamente in questa felice posizione. A indicarlo sono i numeri: nel 2016, per esempio, sono cresciute le compravendite (+18,9% rispetto all’anno prima). Il dato è atteso in crescita anche per il 2017; va anche aggiunta una maggiore disponibilità economica, essendo gli acquirenti interessati a immobili con un vano in più. Crescono i punti di vendita delle agenzie immobiliari in franchising. Ma non solo: non può, da sola, l’abitazione, rendere felici i cittadini. La freschezza cui si accennava sopra è infatti un mix non solo di soluzioni abitative interessanti, ma anche di nuove soluzioni per il retail, la ricettività. Insomma, a muoversi sono più indicatori, che tutti insieme dovrebbero generare una sorta di benessere complessivo, in grado di allargarsi a tutti gli abitanti. Anche a quelli delle periferie, si spera. L’occhio del milanese oggi guarda anche in alto, ai suoi grattacieli; e non disdegna di guardare in basso, alla quotidianità. Qualcosa sta cambiando, il “là” è stato dato. Cosa manca? Cercare di resistere, ovverosia non mollare la presa, imparare a impegnarsi nei progetti sino in fondo, anche se si tratta di iniziative di lunghissimo respiro (si pensi alla riqualificazione di un quartiere come quello di Città Studi). Anche in questo caso, più gli strumenti dell’orchestra suonano tutti insieme, più il risultato della sinfonia sarà di eccellenza. Indietro |