Quando un personaggio celebre viene a mancare, il lutto e il ricordo procedono per qualche giorno, poi tutto scema, per lasciare spazio ad altri fatti di cronaca che sopraggiungono.

In certi casi, però, è bene fermarsi un attimo e celebrare realmente chi ci ha lasciato. È il caso di Carla Fracci. Lo facciamo perché in lei ritroviamo l’essenza della milanesità, intesa in senso alto, non “pago-pretendo” o “Milano da bere”.

La nostra più grande ballerina, conosciuta in tutto il mondo, non solo è rimasta a vivere nella città in cui è cresciuta, ma ha portato all’estero, su ogni palco di teatro, le nostre qualità più belle: la serietà, la determinazione, la tenacia. Quello stare sempre un passo indietro ma senza farsi mettere i piedi in testa. Quell’essere diva senza sentirsi tale, consapevole che si arriva al successo non grazie alle notti bianche, bensì alle giornate di intenso studio.

Carla Fracci è un esempio per ogni bambino e ragazzo che voglia intraprendere lo studio di uno strumento, ma anche uno sport, una qualunque attività. Ed è un esempio per le donne incerte, che non sanno se apparire in modo esagerato oppure crearsi un’identità coerente e mantenerla, a dispetto delle mode o dei trend.

Milano ha abbracciato Carla Fracci in ogni modo.

La malinconia si fa un po’ strada, in questo anno che ha visto tante persone famose lasciarci. Siamo un po’ più soli, ma dobbiamo per forza guardare al domani e sperare che il volteggiare dell’étoile sia di ispirazione e ci sia anche di compagnia.