Chi legge ancora la Costituzione?Nella nostra Costituzione, sezione relativa ai Principi Fondamentali, l’articolo 9 indica quanto segue: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Amo molto questo semplice e stringato articolo, in quanto riassume perfettamente l’essere profondo di tutto il Paese. Non siamo la Germania, non siamo la Francia, siamo un realtà che vive, o dovrebbe vivere, di bellezza, da ogni punto di vista. Le coste, le montagne, i borghi, le città antiche, la storia romana e greca che si intrecciano: tutto è qua, nelle nostre mani, e giustamente la Costituzione ricorda che sta a noi, e non ad altri, tutelare (non “controllare”, oppure “guardare”), dunque prenderci cura di tutto quanto. Non solo: anche la ricerca scientifica e tecnica sono considerate fondanti, al punto da essere proprio citate nella Costituzione. La domanda allora mi sorge spontanea: va bene che l’Educazione Civica non si studia – per ora, non più – nelle scuole, va bene che siamo mediamente indifferenti a ciò che non accade vicino a casa nostra. Ma è possibile che solo sporadicamente le persone si accorgano che i ragazzi giovani fuggono all’estero; le città terremotate giacciono più morte che vive, non vi sono investimenti per la cultura, la scuola, l’arte? I nostri politici passano le giornate a litigare su problemi inconsistenti, creati ad arte per cercare consenso elettorale. E la cultura, la storia, i paesaggi… chi se ne occupa, chi li protegge amorevolmente? Pensiamo davvero che il Fai, o i volontari impegnati da nord a sud, possano gestire la cosa pubblica con le loro semplici forze? Credo occorra, a pochi giorni dalle elezioni, una riflessione profonda. Sulla realtà attuale del Paese. E su quello che vorremo diventare da qui a cinque-dieci anni…
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