Leila Oggioni

L’ex Macello di Trezzano e la rinascita culturale attraverso l’arte

Il soffio del passato pervade le pareti dell’ex macello di Trezzano sul Naviglio, angolo a sud-ovest di Milano, che oggi sperimenta un rinascimento culturale inaspettato. La struttura, un tempo teatro industriale, ha ceduto il passo all’esplorazione artistica e culturale, offrendo un dialogo silente tra la vita e la morte, tra il passato operoso e il presente creativo.

Un’antica cella frigorifera, simbolo di preservazione e sospensione temporale, è ora il cuore dell’innovativo progetto “Quintoquarto”, il cui nome evoca vivide immagini delle parti meno nobili e spesso trascurate delle carcasse animali. Sofia Alberti, mente creativa dietro l’iniziativa, insieme al curatore Luca Zuccala, ha tessuto un dialogo visivo con questo spazio, avvicinandosi con rispetto alle sue memorie e sfidando gli artisti a esplorare l’identità e le potenzialità dell’ambiente.

L’esordio di questo spazio rivitalizzato è stato segnato dalla mostra personale “Cadavre exquis” di Chiara Sorgato, artista che non si è limitata a esporre all’interno del contesto, ma ha interagito con esso, assorbendone l’essenza e riflettendola nelle sue opere. L’installazione centrale e cinque elaborati dipinti su carta compongono un viaggio visivo che invita alla riflessione sulla vita, la morte e la nostra intrinseca connessione con gli elementi naturali.

Nato da una conversazione serale tra amici, il progetto “Quintoquarto” va oltre la tradizionale esposizione d’arte contemporanea: è un invito a dare nuova vita, a tessere una storia, a riconoscere e omaggiare coloro che un tempo animavano quel luogo con il loro lavoro quotidiano.

La metamorfosi dell’ex macello non è soltanto una rivitalizzazione fisica dello spazio, ma anche un risveglio delle memorie, una celebrazione delle storie e delle tradizioni che vi sono intrinseche: l’obiettivo è enfatizzare l’identità del luogo, arricchendolo di nuove interpretazioni e significati. E così, tra le pareti fredde dell’antica cella frigorifera, si accendono nuove luci, si svelano nuove narrazioni, e l’antico macello trova un nuovo respiro nel dialogo con l’arte contemporanea.

 

 

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