Mercato immobiliare italiano, occorre una spintarellaQuasi sempre, quando si parla di mercato immobiliare, siamo portati a guardare unicamente quello italiano: ci concentriamo sulle regioni, le città, i quartieri, addirittura le differenze tra le vie. Questa visione di dettaglio, però, ci fa perdere di vista il contesto “macro” nel quale siamo geograficamente inseriti. Proviamo ad allargare lo sguardo e a osservare come si colloca il nostro Paese rispetto ai suoi “vicini di casa”. Innanzitutto, quello che succede a casa nostra è spesso il riflesso di quanto sta accadendo lontano: si prenda il caso della Gran Bretagna. Il Paese ha scelto una strada ardita e semi-distruttiva, nel momento in cui ha votato per l’uscita dall’Europa con la Brexit. Ebbene, questo sta comportando una perdita di valore dello stato nel suo complesso, con gli investitori alla caccia di nuovi territori su cui posare il loro capitale: guarda caso le altre capitali europee come Berlino, Monaco, Bruxelles e Milano. Ottimo per noi, si penserà. Sì, però, come sempre, l’Italia non riesce a “sfruttare” le fortune che le cadono ai piedi e non riesce a togliersi di dossi dei “pesi morti” che le impediscono di crescere: si pensi alla disoccupazione, alla pressione fiscale troppo forte, alla fragilità del sistema bancario. Il fatturato immobiliare sta crescendo in ogni Paese europeo, Italia compresa. Per quanto ci riguarda, nel 2017 il fatturato immobiliare sarà pari a 118.550 milioni di euro (erano 114.000 nel 2016). Quando diciamo che occorre una spintarella, intendiamo ricordare che dobbiamo credere in noi stessi: per quale motivo, a parità di abitanti, la Francia ha doppio delle transazioni immobiliari rispetto a noi? Cosa non sappiamo ancora fare al meglio? Proporre gli immobili? Fare sistema? Creare servizi correlati in modo che le nuove abitazioni possano davvero essere collocate in contesti abitativi di eccellenza? Anche la Ferrari, se sta ferma sulla linea di partenza di un circuito, difficilmente potrà esprimere il suo potenziale… Indietro |