Carissima metropoli, sei bellissima, verde, alla moda, corri al posto di camminare, sei persino inclusiva. E allora come mai scendi nella classifica delle città dove si vive meglio?

Cosa stai combinando a noi che ogni giorno ti frequentiamo per studio, lavoro, passione?

La classifica del Sole 24 Ore, diffusa come sempre nel mese di dicembre, lascia poco spazio alle interpretazioni. Tantissimi gli indicatori a cui sono state sottoposte le città: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia, società e salute, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Milano risulta la città che ha perso più posizioni in un solo anno, passando dal secondo all’ottavo posto.

Andiamo allora a indagare le motivazioni di questa preoccupante regressione.

Milano è risultata sorprendere in negativo soprattutto per due motivi: il caro affitti e il problema sicurezza.

Una persona che voglia vivere nella metropoli deve mettersi l’animo in pace ed essere disposta a spendere anche il 60% del reddito medio. Un po’ troppo, sia per i giovani che per le famiglie con figli.

In seconda battuta, si diceva, la questione giustizia e sicurezza: è pur vero che tutte le grandi città italiane scontano questo problema, ma indubbiamente non è bello vivere in quartieri in cui si ha paura o in cui non ci si sente sicuri a tornare a casa la sera.

Quest’anno a vincere è stata Bologna, seguita da Bolzano e Firenze: bene per loro e male per noi che ruotiamo nel contesto milanese.

Cosa sperare? Che nonostante la difficoltà dell’amministrare una città così impegnativa e grande, il 2023 porti rinnovamento, attenzione ai servizi e alla comunità nel suo complesso.

Milano deve diventare un posto nel quale si può vivere senza diventare poveri. Altrimenti si corre il rischio di trasformare la città in un contenitore vuoto, di uffici che la sera spengono le luci. Una novella Venezia, insomma, bella ma, come denunciano gli stessi abitanti, ormai senz’anima.