Milano ha fame di culturaSiamo rimasti molto colpiti dai risultati ottenuti dalla mostra monografica dedicata a Frida Kahlo che si è tenuta presso il Mudec e che si è chiusa da pochi giorni. Come indicato in un articolo del Corriere della Sera, la mostra: “è stata per ben 11 settimane al primo posto tra quelle più visitate in Italia”, per un totale di 385 mila visitatori e 5 ore di coda per entrare anche l’ultimo giorno. Cosa ci raccontano questi numeri? Le persone sanno scegliere, bene. Vanno, e sono disposte a pagare e a fare lunghe file, se la promessa è quella di una mostra che raccolga, in un solo luogo, opere davvero significative e rilevanti di un artista. Le mostre poco curate, quelle che presentano magari un’opera eccellente e tanti altri quadri di contorno, non funzionano più. il pubblico è evoluto, diverso rispetto un tempo, tanto vale abituarsi a questo – felice – trend. Bisogna sempre osare. Arte, musica, letteratura, tutto ciò che è espressione dell’uomo deve essere valorizzato. I milanesi, e non solo, amano le feste di quartiere, ma anche le grandi mostre, i concerti in piazza del Duomo così come quelli più raccolti presso la casa di riposo Verdi per anziani musicisti. Poche altre città riescono a essere così poliedriche nell’offerta. Bene! Occorre assolutamente proseguire! Terzo. Milano non è solo il centro centrissimo. Le persone sanno spostarsi, usare i mezzi pubblici, passare da Porta Ticinese agli studi di Via Mecenate. Questo anche grazie alle facilitazioni legate al trasporto. Questo network di possibilità che si sporgono anche oltre la cerchia dei bastioni è un potentissimo strumento di richiamo per chi per esempio proviene dall’hinterland. Ci sono sempre piaciuti i progetti virtuosi: la città sta dimostrando di riuscire a cogliere davvero il meglio da ogni evento e catalizzare l’interesse di un numero sempre più elevato di persone. Questa è la Milano che sosteniamo e vogliamo sempre vedere. (foto tratta da www.mudec.it)
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