Il mercato immobiliare milanese si trova attualmente in una fase di trasformazione significativa che, pur non avendo ancora influenzato i prezzi in modo evidente, sta gettando le basi per possibili cambiamenti futuri. Il dato che emerge con prepotenza è l’aumento dell’offerta immobiliare a Milano, che ha registrato un incremento del 16% rispetto all’anno precedente, una cifra notevolmente superiore sia alla media nazionale che, in particolare, al confronto con città come Roma.

Questa situazione è il frutto di un periodo precedente caratterizzato da un’attività frenetica di compravendite, alimentata da condizioni di mercato particolarmente favorevoli. Tuttavia, a partire dal 2023, il panorama ha iniziato a mutare drasticamente a causa dell’aumento dell’inflazione e del rialzo dei tassi di interesse sui mutui, quest’ultimi arrivati a toccare il 5% nella parte finale dell’anno. Queste condizioni hanno reso il mercato nazionale più cauto, ma a Milano la reazione è stata ancora più precoce e pronunciata, con un calo delle transazioni iniziato già sei mesi prima del resto d’Italia.

Il mercato milanese si distingue anche per le sue peculiarità in termini di prezzi, che non riflettono la realtà del resto del Paese. Molti proprietari, cercando di capitalizzare su valutazioni teoricamente elevate, si trovano ora a fronteggiare difficoltà nel trovare acquirenti, soprattutto per immobili di qualità inferiore, che costituiscono la maggior parte dell’offerta di seconda mano. Questa situazione è aggravata dall’aumento dei costi dei mutui che, combinato con una generale diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie a reddito fisso, rende sempre più difficile per molti l’accesso alla proprietà.

Un’analisi dei dati forniti da Idealista.it rivela che, nonostante i prezzi medi degli immobili a Milano siano aumentati negli ultimi due anni, il potere d’acquisto effettivo delle famiglie si è ridotto. Due anni fa, con un reddito mensile di 3.000 euro, era possibile gestire un mutuo e mantenere uno standard di vita decente. Oggi, a causa dell’aumento dei tassi e dell’inflazione, lo stesso reddito garantisce molto meno, limitando significativamente le possibilità per gli aspiranti acquirenti.

Anche il mercato degli affitti riflette questa tendenza, con un aumento significativo dei canoni che rende sempre più difficile per i locatari sostenere i costi, specialmente con redditi medi. Questo ha portato a un aumento del rischio di insolvenza tra gli inquilini, spingendo molti proprietari a rivolgere i loro investimenti verso opportunità finanziarie percepite come più sicure.

Attenzione dunque, ci troviamo di fronte a un periodo di incertezza e cambiamento, con una crescente offerta di immobili che non trova corrispondenza in una domanda capace di assorbirla ai prezzi attuali.