Siamo oltre la metà del XV secolo: Piero della Francesca, in un arco temporale di circa 15 anni, dipinge, su commissione degli Agostiniani di Sansepolcro (AR), un polittico alto oltre sei metri, destinato a impreziosire l’altare maggiore della chiesa dell’ordine. Un’opera importante, che però non ebbe al principio fortuna: venne quasi subito smembrata in vari pezzi che rimasero per secoli lontani uno dall’altro, tra collezioni private o musei pubblici.

Finalmente, ecco l’evento unico che si può ammirare a Milano: dopo 555 anni dalla sua creazione, tutte le parti superstiti – otto – vengono riunite in un unico luogo. Quattro parti giungono da New York, dalla Frick Collection di New York, attualmente sottoposta a lavori di ristrutturazione, una dal Museo Nacional de Arte Antiga di Lisbona, una dalla National Gallery di Londra, e una dalla National Gallery of Art di Washington. L’ultima parte era già in Italia, presso il Museo Poldi Pezzoli. Proprio qui è possibile, sino al 24 giugno, ammirare il polittico finalmente riunito (con il sostegno di Fondazione Bracco).

La mostra è a cura di Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), studiosi di livello internazionale e gli ultimi a proporre la ricostruzione del polittico nel 2013 presso la Frick Collection di New York sulla base delle indagini finora condotte.

Chi visiterà la mostra si troverà di fronte i pannelli accostati tra loro con le cornici che li hanno accompagnati nel corso dei secoli. La risultante, agli occhi del visitatore, è una esperienza visiva dell’opera pierfrancescana potente, che subito immerge nell’epoca rinascimentale. Data l’eccezionalità dell’evento, durante il periodo di apertura verranno organizzate conferenze, giornate di studio e confronto fra i grandi conoscitori di Piero della Francesca e della sua pittura.

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