La mobilità è “affar nostro”
Spesso siamo portati a pensare che la mobilità sia un tema non solo noioso, ma anche di competenza dei soli addetti ai lavori. “Cosa c’entriamo, noi, col fatto che, per entrare a Milano, si debba percorrere la tangenziale perennemente in coda? Noi subiamo questo fatto!”, pensano tutti coloro che cercano di arrivare in città ogni giorno. L’osservazione dei fenomeni da un punto di vista soggettivo è giusta, ma parziale. Dobbiamo allargare lo sguardo, e pensare non solo a noi, ma ai nostri figli e nipoti, al pianeta, all’ambiente. Quindi lasciare l’auto in garage. Qualche numero: stando all’indagine “Gli stili di mobilità degli italiani: Il percorso (lento) verso la sostenibilità”, realizzata dall’Area Studi dell’Anci, ogni giorno 1,8 milioni di pendolari si muovono per le nostre metropoli. Per capire: se mettessimo tutte le auto una in fila all’altra, si creerebbe un serpentone lungo da Milano a Pechino. Si parla di ben 1.780.739 non residenti che ogni giorno, per studio o lavoro, hanno necessità di raggiungere i grandi capoluoghi italiani. Bassissima la media dei passeggeri per auto, pari a 1,33. Il problema è qua: mentre tutti discutono di “smart cities” e di disincentivare l’uso dell’auto, gli italiani non hanno altra soluzione che continuare a usarla, con conseguente generazione di problemi (aumento dell’inquinamento; parcheggi non sufficienti; tempo perso nelle code; traffico congestionato). È come se vi fosse ancora uno scollamento tra ciò che tutti vorrebbero fare (usare di più i mezzi pubblici, la bicicletta, il car sharing) e ciò che sono costretti a fare (i mezzi sono inaffidabili, con le bici si rischia la vita – appunto – in mezzo al traffico caotico, il car sharing non è ancora ottimizzato). Certo pensare di risolvere il problema della mobilità su Milano è impresa coraggiosa e ardita, ma da qualche parte occorre iniziare. Prima di inventarsi progetti astrusi, si può per esempio “copiare” dalle best practice altrui. Per esempio si può fare un giro a Siena, città dotata della piiù capillare rete di bus a livello nazionale; oppure a Livorno, dove si sono inventati una app di trasporto pubblico che fornisce informazioni complete e in tempo reale al cittadino. Le idee, come si può vedere, ci sono. Si tratta solo di adeguarle a un contesto metropolitano. Coraggio, viva l’aria pulita. Indietro |