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Mutui, ora è allarme

L’allarme sui mutui in Italia ha assunto contorni più definiti e chiari a seguito delle recenti analisi effettuate dall’Osservatorio “SalvaLaTuaCasa”, sostenuto dalla società benefit Save Your Home e con il supporto di Nomisma. In occasione di un evento dedicato al tema “Emergenza mutui: quali soluzioni adottare?”, che ha visto la partecipazione di rappresentanti politici, del Terzo Settore e specialisti del settore legale, sono stati divulgati dati che delineano una situazione di crescente difficoltà per le famiglie italiane.

Le nuove politiche monetarie adottate dalla Banca Centrale Europea (BCE) hanno introdotto una fase di maggiore cautela nel sistema bancario, influendo sulla distribuzione di nuovi finanziamenti e generando prudenza nell’erogazione dei mutui. Un contesto economico più restrittivo che, abbinato a una riduzione del reddito disponibile per molte famiglie – con il 79% degli italiani che guadagna meno di 30.000 € annui e il 31% sotto i 10.000 € – pone seri interrogativi sulla capacità di gestire spese quotidiane e imprevisti, soprattutto in luce di un incremento dei tassi di interesse che ritorna ai livelli di un decennio fa.

Il settore immobiliare non è immune a questi cambiamenti: il numero di mutui concessi per l’acquisto di immobili ha subito un calo drammatico del 40% nei primi nove mesi del 2023. Si stima che oltre il 36% delle 3,5 milioni di famiglie con un mutuo attivo abbia optato per un tasso variabile, esponendosi così alle fluttuazioni del mercato. Le surroghe effettuate e le sostituzioni di mutui rappresentano misure emergenziali che, tuttavia, sembrano tardive di fronte all’aumento dei tassi già in atto.

La pressione sui bilanci familiari aumenta: le rate dei mutui a tasso variabile hanno raggiunto livelli critici per i nuclei con redditi fino a 1.900 € netti al mese, assorbendo oltre il 60% del reddito netto di queste famiglie. L’attuale tendenza dei tassi di interesse suggerisce che molte famiglie potrebbero non essere in grado di ristabilire i livelli di reddito disponibile precedenti.

C’è poi da considerare il rischio di interruzione nella tendenza alla diminuzione del deterioramento dei mutui, un fenomeno positivo osservato nell’ultimo decennio e sostenuto anche dalle moratorie introdotte durante la crisi del Covid-19. Senza misure efficaci e tempestive, l’inasprimento dei tassi d’interesse potrebbe tradursi in una maggiore insicurezza creditizia, con ripercussioni preoccupanti sia per le famiglie sia per le banche.

Se questi sono i numeri impietosi, ci troviamo di fronte a problematica che necessita di soluzioni immediate e strategiche, per prevenire un aggravarsi della condizione economica delle famiglie italiane e per mantenere la stabilità del sistema bancario nazionale.

 

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