La “nostra” Milano immobiliare: cosa può insegnare al resto d’Italia?Finita la diatriba tra i campanili. Smesso di litigare con Roma. Trovato un accordo di reciproca soddisfazione con Cortina per le Olimpiadi invernali, Milano si guarda attorno e si interroga. E noi con lei. La domanda è semplice: cosa possiamo insegnare al resto dell’Italia, dal punto di vista della crescita, dello sviluppo, dell’arredo urbano? Ecco qualche considerazione su cui riflettere insieme. Milano è disposta a cambiare. A differenza di altre città, come Roma, è capace di pensare in grande e poi di concretizzare questo pensiero. Di fronte a un progetto avveniristico non si scoraggia, non dice “Chissà quanti soldi verranno rubati…”. Agisce in modo che il progetto si realizzi… senza alcuna ruberia. Milano vuole essere moderna. È antica, come storia, come fondamenta e radici. È rinascimentale, nella sua bellezza più pura. Ma è anche desiderosa di andare avanti, dunque non disdegna i grattacieli e i nuovi quartieri. Milano vuole essere comoda. I suoi cittadini pagano già prezzi molto alti a livelli di spostamenti, mezzi, parcheggi e così via. Comodità significa mezzi efficienti, servizi che funzionano, asili, strade, tutto ciò che occorre per vivere serenamente. Milano costruisce e ri-propone. Continua a espandersi, così attrae nuovi investitori. E allo stesso tempo valorizza gli immobili esistenti con operazioni di recupero. Obiettivo: mantenere in vita tutti i quartieri. Milano vuole mantenere la sua identità. E fa bene.
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