Il Papa e la carità che si tocca con manoPer decenni – forse secoli – abbiamo pensato che il Papa e la carità fossero due mondi concettualmente molto vicini, ma concretamente molto lontani. Papa Francesco ci sta mostrando che non è così. Sin dalla sua elezione al soglio pontificio, si era intuito che questo Papa sarebbe stato diverso dagli altri, più vicino alla gente (ma non per questo meno spirituale), attento sia al macro che al micro, ossia sia alla salvezza universale che al cibo quotidiano. Qualche settimana fa, un’ennesima riprova di questa piccola rivoluzione: è stata aperta la “Lavanderia di Papa Francesco”, servizio gratuito offerto dall’Elemosineria Apostolica a poveri e senza fissa dimora. Lo spazio, inserito all’interno del “Centro Genti di Pace” della Comunità Sant’Egidio, verrà gestito dalla comunità stessa. La lavanderia è dotata di sei lavatrici e sei asciugatrici, con relativi ferri da stiro. Ovviamente esperienze di questo genere non nascono perché il Papa fisicamente si reca in un centro commerciale ad acquistare i prodotti necessari: tutto si basa sulla solidarietà. I macchinari sono donati dalle aziende produttrici, perché così funziona un pianeta che intende progredire. Papa Francesco, di suo, ha messo l’impegno forte, ossia il desiderio di cambiare le cose. Ha portato letteralmente in casa propria gli ultimi, e li aiuta a riacquistare dignità. Nulla di strano, si potrebbe pensare: sono 2.000 anni che le parole di Gesù sono molto chiare, in merito. Eppure, probabilmente, la Chiesa, impegnata a gestire dinamiche planetarie, si era dimenticata di abbassare lo sguardo e di notare le difficoltà dei poveri di “casa propria”. Questa nuova via è interessante, bella, sfidante e dà coraggio alle migliaia di associazioni di volontariato che ogni giorno sono impegnate ad aiutare i poveri. Papa Francesco dice a tutti: “Ci sono anche io in mezzo a voi”. (Nella foto, uno scorcio della lavanderia, fonte: www.avvenire.it) Indietro |