La Prima della Scala, una Prima per tutto il Paese

Generalmente solo pochissimi privilegiati possono assistere alla prima della Scala di Milano, il 7 dicembre, che inaugura la stagione del Teatro alla presenza del Presidente della Repubblica.

Quest’anno, invece, tutti abbiamo potuto assistere… e l’abbiamo fatto dalla prima fila delle nostre case, complice il Covid che ha sprangato le porte fisiche ma aperto quelle virtuali.

Finalmente il Teatro è tornato a essere democraticamente attivo, esattamente come capitò dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il concerto diretto da Arturo Toscanini.

Cosa abbiamo provato in quella serata? Ho cercato di elencare i sentimenti dell’intero Paese. Eccoli in breve: la cultura ci salverà e ci porterà fuori dall’emergenza Coronavirus. Non l’economia, non (solo) la sanità. Abbiamo bisogno di bellezza per sopravvivere.

L’Italia ha un patrimonio artistico immenso e riesce, quando vuole, a tirarlo fuori e a renderlo mondiale. La domanda è: perché non sempre ci riesce?

Anche negli struggimenti del melodramma intravediamo la nostra storia, quella della musica… quale altro popolo riesce a farlo con analoga intensità?

Il sistema-Milano funziona, è potente e forte, dalla moda, alla musica, all’espressione artistica: farlo respirare significa far aumentare il Pil, questo deve essere l’impegno dei nostri governanti per il 2021.

Il teatro pare così lontano dalla nostra vita di tutti i giorni, da quella dei giovani e delle persone di business: invece è proprio grazie a spettacoli come quello a cui abbiamo assistito il 7 dicembre che il palcoscenico diventa vicino, alla portata di tutti.

Confidiamo che questo evento non resti isolato, per il bene di tutti noi.

 

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