Quel bene fin troppo silenzioso

Qualche giorno fa un incidente aereo ha repentinamente strappato alle loro famiglie e al mondo del volontariato otto italiani. La notizia ha fatto scalpore, ma dopo poche ore l’interesse dei media si è spostato sulla sicurezza del velivolo, sulle scelte dei Paesi europei di non farlo più circolare. Dopo pochi giorni, sui volontari che non ci sono più… silenzio totale.

A un primo sentimento di grande dolore segue una riflessione decisa e poco “silenziosa” da parte mia: ogni giorno, anche in Italia, migliaia e migliaia di persone si occupano dei meno fortunati, dei più deboli, di chi non ha niente. Lo fanno senza chiedere alcunché: sono i volontari che davvero reggono le sorti di questo mondo malato. Possibile che non sia possibile far emergere questo valore? Che non sia possibile dedicare il giusto spazio su giornali e tv; che nessuno si fermi a riflettere sul grandissimo impegno di una quantità ingente di persone?

È vero, i volontari non hanno “peso politico”, e ogni volta che un’associazione o una onlus iniziano a lavorare mediaticamente, dunque a essere più presenti sui mezzi di comunicazione, vengono bersagliate da insulti. Come se ci fosse sempre – questo pensano i più – dietro al bene, qualche trucco.

Questo disarmante “pensare male”, frutto del periodo che stiamo vivendo, fatto di paura dell’altro, mantenimento delle posizioni anche a discapito degli altri, deve cessare. Subito.

Va bene occuparsi dei tanti temi “forti” che ogni giorno ci vengono proposti. Ma ogni tanto sarebbe bello anche raccontare le storie di cronaca bianca, senza ammantarle di pietismo o finto buonismo.

Intanto rendiamo omaggio all’intero mondo del volontariato. Se lo merita. f

 

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