La ricchezza in un… MudecC’era una volta la fabbrica Ansaldo, a Milano. Adesso c’è il Museo delle culture, il Mudec, che fa sempre più parlare di sé. C’era davvero bisogno, in una importante metropoli, di un nuovo luogo nel quale fare cultura? La risposta è sì, da due punti di vista: prima di tutto i luoghi deputati alla cultura non sono mai sufficienti. Più le persone hanno occasione di incontrarsi, più la conoscenza si accresce e l’intero patrimonio scientifico e umanistico dell’umanità ne beneficia. In secondo luogo, vi sono tante sfaccettature, tanti modi e punti di vista per osservare e studiare mondi tra loro sia vicini che lontani, dall’arte, alla moda, all’architettura, alla musica, alla storia. Poter godere di un nuovo ambiente, che ricorda anche la storia industriale di questo Paese, è certamente un vantaggio per tutti. Più volte abbiamo ricordato come l’esperienza di Expo 2015 abbia, nei fatti, modificato l’approccio che i milanesi e turisti hanno nei confronti della cultura. La famosa “Milano da bere” ha lasciato il posto alla Milano da vedere, sapere, sperimentare. Le persone si spostano da un grattacielo all’altro per osservare i cambiamenti anche fisici dei diversi quartieri, e contestualmente cercano occasioni di valore per sapere di più. Il Mudec è un ottimo punto di partenza per questa nuova visione della vita. A testimoniarlo sono le mostre previste nei prossimi mesi, a partire da quella che inizierà alla fine di luglio e si protrarrà sino al 7 gennaio, dedicata al pittore Klimt. A settembre sarà la volta della mostra “Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II”, mentre a gennaio il Mudec ospiterà la più importante mostra europea mai dedicata a Frida Kahlo, la pittrice messicana più famosa ed acclamata. Se rimanete aperti per ferie, sapete dove trascorrere un piacevole pomeriggio Indietro |