Un saluto a tutti i nostri “nonnini”Li chiamiamo così, in modo affettuoso e rispettoso: sono tutti gli anziani che, a partire da marzo, sono venuti a mancare per colpa e in conseguenza del Covid-19. Tantissimi, troppi, specie in Lombardia. In molti casi costretti a rimanere isolati e a non poter vedere alcun parente, nemmeno un per un ultimo saluto. La Lombardia sta riprendendo a vivere e a produrre per recuperare il tempo perduto, ma queste morti non devono essere dimenticate, solo perchè silenziose. Queste persone erano le più tranquille della nostra società, ma anche le più fragili. E anche in questo frangente non sono riuscite ad alzare la loro voce e a farsi sentire. La magistratura stabilirà chi ha avuto responsabilità in questa strage, ma non possiamo non considerare che il nostro Paese è stato investito da una pandemia sconosciuta e senza precedenti: tutti sulla stessa barca, abbiamo cercato di trovare soluzioni d’emergenza. Tutti sanno, oggi, com’è andata. Nonostante queste “scusanti”, sta a noi, giovani e sopravvissuti, non dimenticare, far ricordare, insegnare ai giovanissimi che gli anziani sono il patrimonio di una comunità: solo gli unici depositari della “Storia” che noi non abbiamo vissuto: sono il nostro tesoro più prezioso. Da adesso in poi, lavoro o non lavoro, business o non business, toccherà proteggerli in maniera più attenta.
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