Studenti, case, Milano: funziona il connubio?Diamo i numeri: a Milano sono attive otto università 227 mila sono gli iscritti Il 5,9% degli iscritti è straniero e la percentuale si è confermata anche nel periodo Covid Viene dunque da pensare che sì, Milano sia una città universitaria e ponga in essere tutte le soluzioni per agevolare la vita degli studenti, italiani e fuori sede. A ben guardare, però, si scopre che risiedere a Milano è non complesso, bensì costoso. Chi possiede seconde case cerca di lucrare proponendo spazi angusti a prezzi incredibili. E siccome la domanda è molta, alla fine i giovani sono costretti ad accettare condizioni capestro. E a pagare. Possiamo essere migliori di così? Certamente, basterebbe rispettare le regole e pensare che un equo affitto non solo nobilita l’animo, ma consente di instaurare un patto di fiducia con i giovani, che a loro volta saranno fidelizzati e si troveranno bene e felici. Il sistema immobiliare non è composto unicamente dai grandi business a moltissimi zeri. Molte attività routinarie che svolgiamo quotidianamente hanno anche una finalità sociale, o comunitaria che dir si voglia. Io credo fermamente che un lavoro di questo genere possa essere svolto, e che i benefici possano ricadere sia su chi affitta sia su chi ha necessità di trovare un’abitazione. Per fortuna in città esiste anche una rete importante di collegi e case degli studenti, che gli anni prossimi verrà ulteriormente implementata. Arriveremo anche ai modelli-college, italianizzati e resi compatibile con il nostro modello di studio. Ciò che deve restare come mission della città è l’accoglienza, primo biglietto da visita per il mondo accademico.
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