Leila Oggioni

Uso del taser in Stazione Centrale: ci sarebbero ben altre soluzioni

La notizia è stata lanciata dai media come “debutto”: da oggi in poi, i Carabinieri del Nucleo radiomobile di Milano, con le Volanti della polizia e la Guardia di finanza, potranno utilizzare il taser nella zona della Stazione Centrale, per gestire una situazione problematica che evidentemente sta sfuggendo di mano. Il taser è considerato la via di mezzo tra lo spray urticante e l’uso dell’arma da fuoco, per gestire i casi in cui malintenzionati non possano essere fermati o neutralizzati.

Notizie di questo genere provocano nei cittadini sentimenti contrapposti. Da una parte ci sono coloro che sono felicissimi di poter transitare per la Stazione Centrale sapendo che c’è qualcuno che li protegge con maggior efficacia.

Poi ci sono coloro che delinquono… che sicuramente avranno trovato modi alternativi per farlo, magari spostandosi di 500 metri rispetto alla Stazione.

Poi ci siamo noi, magari impegnati nel volontariato, che ci chiediamo, restando allibiti: si deve per forza arrivare a questo? Ovvero: per quale motivo la Stazione Centrale di Milano, biglietto da visita della metropoli, della Lombardia e di tutto il Nord Italia, è allo stesso tempo ipertecnologia e delinquenza, sicurezza e furti? Perché le persone sostano dove non dovrebbero, perché sono lasciate alla mercé della giornata, senza un posto alternativo dove andare?

La gestione dei migranti è sfuggita certamente di mano, ma sarebbe interessante – e sicuramente possibile – trovare soluzioni non che spostino il problema in un quartiere più disagiato, ma lo affrontino in qualche modo.

Non spetta a noi decidere in che modo, certamente però le associazioni di volontariato del territorio, se interpellate, potrebbero dire la loro.

Speriamo che, oltre ad armi sempre più sofisticate, siano presenti in Stazione Centrale persone sempre più attente al controllo, ma anche all’ascolto e alla risoluzione di problemi in grado di affaticare ancor di più chi magari non ha niente da perdere.

Se un mondo migliore è possibile, non possiamo ovviamente affidarci solo alle armi!

 

 

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