Il Natale, periodo di riflessione e di intimità condivisa, si presta a una lettura profonda, che ho voluto fosse ispirata dalla scultura Amore e Psiche di Antonio Canova. In questa celebre opera, i corpi degli amanti sembrano sospesi in un attimo eterno, intrecciati in una delicatezza che sfida il tempo e le difficoltà. È un momento che incarna la fragilità e la potenza del ritrovarsi, del tenersi stretti dopo prove e separazioni.

Questa immagine, così evocativa, può essere letta come una metafora del senso stesso della vita: un viaggio segnato dalla ricerca dell’altro e, insieme, del proprio sé. Amore e Psiche, infatti, non rappresentano solo due amanti, ma due parti dell’essere umano che aspirano all’unità. Psiche, il simbolo dell’anima, affronta un percorso di crescita e trasformazione, fatto di ostacoli e sofferenze, che la portano infine ad unirsi ad Amore, l’impulso vitale, la scintilla divina che dà significato alla nostra esistenza.

A Natale, questa immagine si traduce nel ritrovarsi con chi amiamo, non solo fisicamente ma anche emotivamente e spiritualmente. È il momento in cui ci fermiamo per riscoprire i legami che ci definiscono, per accorgerci che l’essenza del vivere non sta tanto nel possesso, ma nella capacità di amare e di lasciarsi amare. Come Psiche, che si abbandona tra le braccia di Amore con fiducia e vulnerabilità, anche noi siamo chiamati a spalancare le nostre porte interiori, riconoscendo che la vera forza si manifesta nella condivisione.

Il senso del Natale risiede dunque nel ritrovare il coraggio di essere autentici, di accettare le nostre fragilità e di accogliere quelle degli altri. È un momento per ricordare che, proprio come nella scultura di Canova, le mani che si toccano, i cuori che si avvicinano, creano un’armonia che trascende le fatiche del quotidiano. In questa unione, si disvela il senso ultimo della vita: non una ricerca solitaria, ma un cammino che si arricchisce nel ritrovarsi, nel riconoscere l’altro come parte essenziale di noi stessi.

Buon Natale da Leila Oggioni