Cos’è una linea?

Qualcosa di molto semplice e banale per alcuni, fonte di massima creatività per altri, ovvero per i veri artisti, quelli che oggi giustamente celebriamo e a cui siamo grati, per le intuizioni che ci hanno trasmesso. E che responsabilmente ci impegniamo a raccontare ai giovanissimi, che non hanno memoria di queste bellezze.

A Milano la linea è celebrata in due versioni, quella di Piero Manzoni e quella di Osvaldo Cavandoli, in una mostra aperta sino al 30 giugno negli spazi della Galleria Clivio.

Chi visiterà la mostra potrà fare la conoscenza di Manzoni, pioniere dell’arte concettuale, che sapeva racchiudere la linea all’interno di un cilindro sigillato, astraendola dalla sua “materia” per renderla infinita, puro pensiero.

Cavandoli, invece, è da tutti conosciuto per aver creato proprio il personaggio della Linea, alla fine degli anni Sessanta, che nella prima tv pubblica italiana in bianco e nero si muoveva e assumeva una propria identità.

Le linee dei due artisti sono diverse, dal punto di vista poetico, ma ci fanno giocare con l’idea, aprono spazi dell’immaginazione che molto spesso, da adulti, teniamo ben sigillati.

Ai bambini dai 6 ai 10 anni, in concomitanza con la mostra, sono dedicati eventi collaterali alla mostra, come i laboratori creativi che si tengono presso lo Studiocine Cavandoli di via Prina 10, a Milano.