Westfield Milano, tu cosa ne pensi?In questa notizia diamo i numeri. Eccoli: 300 negozi, 80 ristoranti, 10 mila posti auto, 50 marchi internazionali e italiani del lusso e non solo. Vi sta girando la testa, vero? Potete fermarla: questo gigantesco agglomerato è ciò che attende Milano a partire dal 2022, anno in cui è prevista l’apertura di Westfield Milano, “La più grande e iconica destinazione per lo shopping, la ristorazione e il tempo libero in Italia”. Tutto a Segrate. L’investimento? 1,4 miliardi di euro. Polo di attrazione, le Galeries Lafayette. Cosa pensare di un progetto del genere? Tante cose. Certamente un ottimo richiamo per tutti gli operatori internazionali e un segnale che la piazza milanese resta sempre molto appealing, per gli investimenti in real estate. Di sicuro l’arrivo di nuovi marchi nel nostro Paese può aiutare a rivitalizzare il settore del retail. Vi sono però alcune perplessità ragionevoli, ossia frutto di deduzioni abbastanza elementari. La prima: quanti centri commerciali riuscirà a sopportare l’hinterland milanese prima di vedere crollare l’intero sistema? Come il Westfield Milano riuscirà a rendersi distintivo rispetto all’offerta dei competitor così da strappare i clienti (che alla fine sono sempre gli stessi)? Come il mall riuscirà a trovare il giusto equilibrio con il gigantesco e in espansione mondo dell’e-commerce? Continuiamo ad aprire negozi, senza capire che sempre di più le persone effettuano acquisti dal divano di casa: anche qui… quanto il gioco sarà in grado di reggere, numeri alla mano? Non parliamo, infine, dei piccoli negozi e supermercati di prossimità, che hanno già da anni sventolato la bandiera bianca. Questi progetti molto americani sono realmente affascinanti: il nostro timore è unicamente che siano troppi, per un bacino di utenza che si fa sempre più ristretto. Staremo a vedere. (Ps il fatto che il sito web non sia aggiornato dal 2018 fa comunque un po’ riflettere…) (foto tratta da http://www.westfieldmilano-project.com/it/il-progetto/)
Indietro |